STORIE PER VINCERE LA PAURA
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Il fumetto di Fafà aiuta a dare voce alle proprie paure; importante per i bambini, ma anche per gli adulti. manifestare la paura del buio e la magia di governarla ha un’importante funzione rielaborativa. Possiede, infatti, la capacità di collocare fuori da sé ciò che invade il mondo interiore. La parola, e ancora di più la possibilità di giocare sulle proprie paure, ha il magico potere di trasformarle in qualcosa di conosciuto e gestibile. Trovare le espressioni per esprimere timori e angosce è il modo di far emergere quelle parti del Sé che si sentono fragili e sofferenti.
Fafà è dai nonni, custodi delle fiabe e della cura. Che belli questi nonni che raccontano tante storie!!
Le fiabe tradizionali e moderne contengono tutti i timori tipici dell’essere umano, le paure più piccole e quelle più grandi. Le fiabe racchiudono gli elementi autoterapeutici essenziali, c’è sempre il male da sconfiggere ed un eroe, in cui identificarsi, che supera le avversità e vince la battaglia contro il male. La narrazione delle fiabe è dotata di una importante azione educativa, permette di vivere ed affrontare attraverso l’esperienza degli altri (i protagonisti) vissuti difficili e paurosi in una situazione sicura e con la presenza dell’ adulto. La mediazione dei grandi è fondamentale per selezionare le storie più adatte alle diverse circostanze, ai bisogni e alle possibilità dei bambini. La narrazione delle storie, rispetto alla visione di immagini, pone una maggiore distanza fra storia e ascoltatore (o spettatore), poiché l’adulto che legge assume una funzione mediatrice e regolatrice. L’adulto che narra o legge modifica l’intonazione della voce, il registro, il vocabolario sulla base delle reazioni del bambino. L’immagine è percepita con immediatezza, ipnotizza, cattura, soprattutto i più piccoli, che non possiedono un confine definito tra realtà e fantasia. Per questo motivo l’immagine mette in moto meccanismi reattivi forti come l’assuefazione, in virtù dei quali apparentemente i bambini sembrano essere abituati a “reggere” emotivamente filmati cruenti. Le loro paure, in realtà, sono sempre profonde perché strettamente collegati alla difficoltà di crescere e al timore di perdere le proprie sicurezze, in un mondo in cui è sempre più difficile anche per gli adulti adattarsi ai ritmi dei cambiamenti sociali e culturali. È importante, quindi, che il bambino non sia lasciato da solo come spettatore inerme di immagini. La presenza dell’adulto, che trova le parole per esprimere sentimenti, dubbi e paure e che dona sicurezza, permette al bambino di capire il proprio mondo interiore e di poterlo raccontare. L’animismo è un aspetto importante dell’umanità stessa. Esso rappresenta, non solo una modalità di pensiero, ma anche una forza creatrice. La stessa energia che permette ad un’artista di vedere qualcosa di nuovo e comunicativo in un oggetto quotidiano. Nello stesso modo la paura non è solo qualcosa da superare per il dolore che provoca. La paura è parte dell’istinto di conservazione. È necessario darle voce e darle dignità di emozione, insegnando ai bambini a trarre forza dagli aspetti più creativi della paura, cioè dalla capacità del pensiero di trasformarla.
Maria Gianola
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Nata a Venezia dove vive e lavora, ha cominciato subito a disegnare e non ha mai smesso: illustra libri, racconti, favole ma anche campagne di comunicazione, video animati e riviste lavorando per numerosi Editori.
Il libro “Un amico spaventoso” da lei illustrato ha vinto il premio Arpino nel 2015. Dal 2014 l’artista ha avviato una collaborazione con la RAI sceneggiando ed illustrando alcune delle “Canzoni animate dello Zecchino d’Oro”.
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